CELLULITE

Con il termine improprio di “cellulite” vengono identificate le modificazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo (lipoderma) a carattere prevalentemente estetico.



Il termine “cellulite” che comunemente usiamo è improprio in quanto, in medicina, il suffisso “ite” sta ad indicare un processo infiammatorio (ad esempio otite: infiammazione dell’orecchio, tonsillite: infiammazione delle tonsille; etc.), mentre in questo caso siamo in presenza di un processo degenerativo dei diversi strati della cute e delle strutture anatomiche vi contenute. Il termine medico, attualmente ritenuto più idoneo a definire questa patologia è: “Pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica” (P.E.F.), che ben evidenzia il risentimento delle cellule adipose, determinato dall’edema e dalla sclerosi delle fibre reticolari.
La cellulite ha inizio come conseguenza dell’alterazione della permeabilità capillaro-venulare con rallentamento del flusso sanguigno a livello della microcircolazione distrettuale. Da questo momento in poi il processo, se non curato, evolve gradualmente e inesorabilmente attraverso diverse fasi denominate anche “stadi”:

I 4 stadi della cellulite

1° Stadio – (edema)
Fra la cute e le fasce muscolari vi sono cellule che formano il cosiddetto tessuto adiposo, attraversato da numerosi vasi sanguigni. L’alterata permeabilità della parete dei capillari provoca la fuoriuscita della parte acquosa del sangue, quella che è chiamata siero, con conseguente ristagno ed accumulo nel tessuto interstiziale posto tra le cellule adipose; se il processo non viene arrestato, questo allagamento interstiziale conduce a scompaginamento e dissociazione delle cellule adipose, cui consegue rotture delle cellule stesse e formazione di lacune.

2° Stadio – (modificazione della cellula adiposa) In condizioni normali ogni cellula adiposa è avvolta da una rete di fibre reticolari molto sottili. Il ripetersi e perdurare del fenomeno dell’edema provoca una reazione di difesa da parte di tali fibre che reagiscono aumentando di numero (iperplasia) e di spessore (ipertrofia). Tutto questo conduce ad una modificazione della normale struttura (a lobi) del tessuto adiposo e una dilatazione dei microvasi; . La circolazione ne risulta compromessa e, perdurando a lungo tale fenomeno, il tessuto adiposo si sclerotizza (vedi sclerosi), diventa cioè più duro e doloroso.

3° Stadio – (formazione dei micronoduli) Con il trascorrere del tempo, le fibre reticolari si trasformano in fibre collagene; queste ultime tendono ad incapsulare le cellule adipose degenerate, con formazione di veri e propri micronoduli, ovvero di una struttura rotondeggiante di microscopiche dimensioni.

4° Stadio – (formazione dei macronoduli) Quando più micronoduli si fondo tra loro, danno origine alla formazione di un macronodulo, apprezzabile alla palpazione della zona e doloroso alla pressione. quando si raggiunge questo stadio della malattia sono contemporaneamente presenti: la scomparsa della tipica lobulazione delle cellule adipose, liposclerosi diffusa, importanti alterazione dei microvasi, fenomeni di atrofia dell’epidermide, sclerosi zonale del derma con introflessioni dermiche (responsabile della cosiddetta “pelle a buccia d’arancia”).
Le parti colpite dalla cellulite, proprio perché non sufficientemente irrorate dalla circolazione sanguigna (difettosa vascolarizzazione), risulteranno fredde al tatto; nei punti in cui prevarrà il ristagno dei liquidi la pelle risulterà flaccida, mentre dove prevarranno le formazioni di noduli (formati da fibrille di collagene proliferate abnormemente) la pelle risulterà “molto compatta”.
Abbiamo quindi visto che la cellulite è un problema legato alla circolazione sanguigna e, come tale, è facile che venga riscontrata in più persone della stessa famiglia. Non si parla di una vera e propria ereditarietà ma semplicemente di una predisposizione familiare proprio come accade per le vene varicose: è’ quindi evidente che più la diagnosi è precoce, più aumentano le possibilità di successo della terapia.
Oltre alla predisposizione familiare, un’altra delle cause dell’insorgere della cellulite e del suo progresso è dovuto alla vita sedentaria. Il movimento fisico, infatti, attiva la circolazione e, quindi, ostacola il ristagno dei liquidi nei tessuti adiposi oltre a tonificare i muscoli. Una vita sedentaria, invece, non stimola affatto la circolazione e, di conseguenza, aumentano le possibilità di comparsa e di aggravamento del fenomeno cellulite.
Quando si parla di cellulite si pensa sempre che siano solo le donne ad esserne colpite; in realtà esiste una manifestazione simile alla cellulite che colpisce anche il sesso maschile, anche se in percentuali minori, ed è denominata idrolipessia. Le differenze tra il fenomeno femminile e maschile sono sostanzialmente due: l’origine e la localizzazione dei cuscinetti.
Negli uomini l’idrolipessia è dovuta alla tendenza a trattenere liquidi nei tessuti: siamo quindi in presenza di un problema costituzionale. Per le zone colpite, invece, si può dire che gli uomini presentano cuscinetti di grasso dalla vita in su: braccia, schiena, addome ma, soprattutto, girovita. Nelle donne, invece, la cellulite si manifesta, sulla parte esterna della coscia, sotto i glutei e nella parte interna del ginocchio.


USO DELL’ ELETTROSTIMOLAZIONE NELLA CURA DELLA CELLULITE

Con l’elettrostimolazione è possibile far lavorare la muscolatura, stando comodamente sdraiati su di un letto o divano. Con appositi apparecchi vengono emessi impulsi elettrici opportunamente modificati e con diverse frequenze. La novità in questo campo è l’utilizzo dell’onda quadra, così chiamata perché attraverso uno speciale strumento chiamato oscilloscopio si può notare che l’impulso elettrico ha un andamento quadrangolare

Le ricerche a livello mondiale, come pure le nostre, hanno classificato le onde quadre come una corrente naturale perché sono del tutto simili alle correnti elettriche prodotte dal nostro organismo.

I campi elettrici indotti dal passaggio di questo tipo di onda svolgono un benefico effetto perché lavorano in profondità, agiscono in modo ampio stimolando le fibrille muscolari e le fibre di collagene di cui è costituita la parete dei piccoli vasi. La conseguenza è un aumento del tono vasale che, sommandosi alla vasodilatazione, aumenta, su un’ ampia zona l’azione del microcircolo favorendo notevolmente il drenaggio dei liquidi stagnanti. Questo tipo di onda ha inoltre il vantaggio di essere assolutamente indolore: si provano infatti solo sensazioni di contrattura e decontrattura della muscolatura.
I risultati da conseguire possono, inoltre, essere meglio raggiunti con l’impiego di diverse frequenze impulsive, correlate a diversi tempi di trattamento.
Una prima fase, con utilizzo di una certa frequenza, dovrà servire a mobilizzare i liquidi stagnanti; una seconda fase, caratterizzata da altro tipo di frequenza, genererà una stimolazione totale durante la quale si va a contrarre simultaneamente tutta la muscolatura per ottenere l’effetto riduttivo del grasso e della cellulite; una terza fase e ultima fase, detta di stimolazione drenante, più breve e contraddistinta da frequenze impulsive più rapide, , veicolerà tutte le sostanze di scarto tramite le normali vie escretrici (circolo venoso e linfatico) per la loro espulsione: infatti, il primo e più evidente riscontro alla trattamento è uno spiccato aumento della diuresi.